Mentre Milano è risucchiata dalla frenesia che orbita intorno alla fashion week, preferisco decentrarmi verso Città Studi. Mamma è d’accordo che prima dello shopping il pranzo debba svolgersi tranquillo. Bertame è il nome di un’officina meccanica, bisogna avere la curiosità di muovere un passo più avanti per guadagnare l’ingresso del ristorante. La prenotazione anticipata ci permette di ottenere un tavolo all’esterno, sotto pergole verdeggianti. Una brezza soave diffonde il brusio di conversazioni rilassate, da sabato pomeriggio. Sbocconcelliamo panfocaccia artigianale, consultando indecise la carta, dove figurano invitanti paste e ravioli fatti in casa. Ma la giornata è calda e la nostalgia del mare chiama. Mi consolo quindi con un antipasto a base di calamari a julienne. Il mollusco, molto tenero, è servito tiepido, assemblato con una fantasia acidula di verdure fresche- cipolla rossa marinata, prezzemolo, zucchine, carote, pomodorini- e gelee all’arancia sanguinella, che regala la pace di un aperitivo sulla spiaggia.
Lo Chardonnay disseta l’attesa del prossimo guizzo. Nella rete in questo caso è finita una ricciola, portandosi appresso la sapidità del Mediterraneo intero. In padella con pomodorini, olive, capperi, ha prodotto infatti un’alchimia sugosa che impregna il pesce e ruba gli occhi grazie al suo rosso scarlatto. Agli estremi della composizione galleggiano due isole di verdure -sedano pomodorini, carote, melanzane, zucchine- in caponata, quella vera: agrodolce, fredda e completa di uva passa.
Salutiamo chi ci ha presentato ogni pietanza con simpatia, ancora dubbiose se abbandonare la costa per gli svaghi mondani della città.
