È una giornata no, mi dico, questo sabato me ne resto a casa. Fortuna che esistono buone motivazioni per uscire: la prospettiva di un concerto jazz dietro l’amata Porta Romana e un ragazzo che non sente ragioni. Dopo aver assunto un aspetto vagamente presentabile mi trascino fuori dalla tana e già qualcosa è cambiato. Lo spirito della sera ha fatto breccia in me.
Da Aprés Coup lo spettacolo è cominciato da poco. Tramite il cortile in via della Braida non si accede a un bar, bensì a una galleria d’arte, un negozio di moda retrò, a un teatro-caffè di età futurista. Su note calde fluttuiamo verso un tavolino a ridosso del proscenio. È ora di aperitivo, così ci informiamo delle proposte vinicole al calice. Al nome di “Chablis” (Domaine de Chantemerle 2016) mi brillano gli occhi. Due bicchieri, per favore! La signorina che ci serve, nonostante sia subissata dalle richieste di clienti affamati, si presta a un paio di domande. Quando mi complimento per l’arredo, spiega che si tratta di pezzi autentici, la cui ricerca, durata oltre un anno, è tuttora in fieri.
Abbinati al nettare, giungono golosità da piluccare. Ai consueti olive speziate, taralli e patatine, sono affiancate gallette mignon in tre versioni: culaccia di Parma e pesto; formaggio e composta di mele cotogne; gamberi con ketchup tabascato e guacamole. Squisito, tuttavia la cena chiama, perciò rimontiamo sulla macchina del tempo, direzione “All’origine”