Basta guardarsi attorno per capire che “Antica” si addice davvero alla Trattoria Ferrari. Storici stipiti di legno ne incorniciano l’ingresso che affaccia sulla strada principale di Borgo Ticino, il quartiere di Pavia dove più di tutti il tempo sembra essersi fermato. All’interno ogni dettaglio è quello di un secolo fa, la sala accogliente e in leggera penombra.
Ordiniamo un Pinot Nero Monsupello 3309 (2012) di struttura solenne che quasi conversa insieme noi in attesa degli antipasti. Di lì a poco tre tavolozze colorano la tavola. Le tinte violette della barbabietola in insalata e della cipolla rossa in agrodolce, il giallo delle frittatine risaltano tra le tinte tenui delle melanzane, delle zucchine pastellate, del formaggio e del farro.
La varietà di sapori ci stuzzica e anticipa i piatti complessi che arriveranno. Quando assaggio una falda di tonno crudo intinta nella riduzione di bagna cauda rimango strabiliata. Non più tonno, non più bagna cauda, ma qualcosa di completamente nuovo che scaturisce dal loro incontro. Sarà una mia fantasia, ma l’insieme, animato dal croccante del pistacchio, mi ricorda quasi un sentore di porcino. È un’armonia calda, terrestre che si strugge magnificamente negli oltre 14 gradi che si sprigionano dai nostri calici rossi. Accompagno delle ottime verdure grigliate che insaporisco volentieri nella bagna deliziosa.
È quasi un dovere suggellare il pasto con un quadretto di Modica puro al 90%, sostenuto ed esaltato da un calice di barolo chinato sublime.
Lasciamo il locale alle soglie della chiusura aperti alla primavera che splende appena fuori.