Non credevo che avrei mai dedicato una pagina a un club di musica ma Taverna Visconti merita più di qualche foto con didascalia. Merita un un racconto. Ci infiliamo in un pertugio di Via Marziale, dove veniamo accolti come in famiglia. Ci conducono per le scale nel tepore soffuso della taverna. Gli strumenti -batteria, contrabbasso e pianoforte- aspettano di prendere vita nelle mani del Di Ienno Trio. Degustiamo i primi sorsi di un Valpolicella Classico Allegrini 2020, mentre ci raggiungono gli antipasti. Sopra un cilindro di insalata russa riposa impalpabile il tonno di coniglio, spruzzato di salsa verde. Dalla maionese perfetta pesco verdurine ancora turgide che sembrano nate per accompagnare la carne.
Curiosa pilucco un lembo tenerissimo di lingua punta di salsa verde e mostarda di fichi.
Il jazz fluisce insieme alle nostre parole, caldo e imprevedibile. I calici profumano l’attesa del piatto principale. Su uno specchio di zucca cremosa allo zenzero poggia una fantasia di verdure saltate. L’anima ancora viva, esaltata da una sfuggente nota agrodolce. Il panfocaccia mi aiuta a onorare questi sapori essenziali fino all’ultima goccia.
Edo mi regala un boccone di guancia di manzo al vino, che si strugge sul palato al primo contatto. Uno sbuffo di salsa verde e patate all’evo rifiniscono l’armonia dell’insieme.
La musica si spegne dolcemente, ma le persone rimangono ancora immerse nell’atmosfera del concerto. Usciamo felici nella notte deserta di una Milano che aspetta le follie del Carnevale.
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