All’ingresso in Bretagna il primo pensiero pantagruelico si è rivolto ai tesori del mare, di cui Cancale rappresenta la capitale indiscussa nella regione. E qui insieme a Edo mi dirigo verso un locale che risulta impossibile definire “appartato”. Non perla nascosta dunque, e tuttavia una perla, avvolta da un’aura di romanticismo bohemienne. Veniamo coinvolti dal clima ciarliero di avventori e camerieri, particolarmente dinamici e sorridenti, mentre fuori le barche cristallizzate entro baia in secca si crogiolano nella quiete del tramonto. Il tagliere del pescatore mi dà la possibilità di assaporare, con la massima soddisfazione, gamberi rosa, ostriche, buccini e mandorle d’acqua. La freschezza di questi frutti si diffonde incantevole sul palato, offrendo ai denti una consistenza carnosa con cui un Sauvignon Blanc della Turenna trova intesa naturale. Non appena Edo termina di sorbire la sua bisque a temperatura lavica, veniamo muniti di posate adatte alla prossima bizzarria che proveremo. La razza- pesce per me inedito- presta la propria polpa delicata e priva di lische a un condimento saporito di capperi, olio e erbe. Il contorno di cavolfiori, zucchine, porri e carote, è completato da una cupola di riso pilaf profumato, conferendo un aspetto variegato alla composizione. Notevole infine la mousse au chocolat fatta in casa e servita in barattolo, della quale apprezzo la consistenza spumosa e vellutata unita a un aroma intenso di cacao. Un bicchierino della staffa in omaggio rende il ritorno più allegro del solito.
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