È un tranquillo sabato mattina quando mi avvio a piedi attraverso il centro deserto dai seregnesi già impegnati nel pranzo. Per Padosé ci si infila da una traversa nascosta. Dalla sala interna intravedo un piccolo dehor già affollato. Il menù segue il passo della stagione, sprigiona già i profumi complessi dell’autunno. Cominciamo con una vecchia conoscenza, il baccalà mantecato. Nuvolette chiare riposano su dischi di polenta al nero di seppia, pizzicate dalla sapidità dei pomodori secchi. Gocce al basilico occhieggiano tutt’intorno.
Sorseggio un Etna Rosso apprezzandone il bouquet fuligginoso, eco del respiro vulcanico. Mi perdo nella conversazione, così che l’arrivo del piatto mi coglie quasi di sorpresa. Un grappolo di gnocchi al rosmarino poggia su un velluto di zucca allo zafferano. Finferli freschi spuntano -come funghi, appunto- tra una chicca e l’altra arricchendo l’insieme di un turgore selvatico. Il rosmarino dialoga magnificamente con il dolce della zucca e l’aroma raffinato degli stimmi.
Mi sento davanti al camino avvolta da un tepore festoso. Finisco il mio calice e accetto l’ultima coccola di un ottimo caffè shakerato prima di uscire nel sole quasi estivo.