In Liguria poco meno di un anno fa nasceva l’idea del Pantagruelico, mentre l’estate languidamente finiva, perciò potete capire l’emozione di ripercorrere l’Aurelia, scorgere il mare, udire i passi della nuova stagione avvicinarsi. Non posso negare che questo ritorno, tanto spericolato in periodo di esami universitari, sia stato lievemente condizionato dalla prospettiva di un evento gourmet. Infatti alle 19.30 passate abbiamo imboccato i tornanti da capogiro che arrampicano fino alla graziosissima Sassello. Cerchiamo la piazza principale, dove si staglia, avvolto da un’aura di romantica decadenza, Palazzo Salsole. I manifesti cartonati di “Assaggia la Liguria” assicurano che ci troviamo nel posto giusto.
Muoviamo per interni antichi, una cantina gioiosamente aperta al pubblico, una sala a volte in pietra, scale anguste, fino al nostro tavolo, al piano superiore. L’impressione è di cenare in famiglia, una famiglia numerosa, eppure armonica. Umberto Curti del Consorzio Olio extravergine ligure introduce gli obiettivi dell’iniziativa promossa dalla Regione. I suoi interventi si susseguiranno attraverso le portate, guide ai monumenti della tradizione proposti in un menù tematico, concepito per esaltare basilico, olio extravergine e vino autoctoni.
Cominciamo con un distico di verdure ripiene (cipolle e zucchine) e brandacujun di stoccafisso su purea di patate con crostino integrale. Michele, padrone di casa e responsabile della cantina, ci serve del Lumassina “Sancio”, la cui acidità e freschezza alleggeriscono il palato. L’abbinamento si conferma appropriato anche per il primo, una trofia fresca con pesto, patate e fagiolini, molto classica-e lo dico nel senso più nobile del termine-delicata e di cottura puntuale.
Changer la femme, o meglio: il calice! Rossese di Dolceacqua “Foresti” e coniglio alla ligure (pinoli, taggiasche, timo) compongono la seconda coppia del nostro valzer culinario. I loro aromi provengono dalla medesima terra, parlano una lingua comune. La carne, preparata in bocconcini, conserva una tenerezza che in questa specie non avevo mai avuto occasione di riscontrare.
È la pura curiosità a sostenermi fino all’assaggio finale di torta all’amaretto di Sassello e marmellata di albicocche, affiancata da panna cotta al basilico e salsa al cioccolato. Un piccolo sforzo, decisamente ripagato dal gusto. Purtroppo l’ora tarda, considerato il lungo viaggio che ci attendeva, non permetteva di trattenersi in chiacchiere, pertanto mi sono accontentata di una foto e complimenti agli organizzatori, brevi, ma alquanto sinceri.