Siamo giunti ormai all’ultima cena della vacanza in Corsica e, scottati da esperienze negative dalle cucine di Saint-Florent, sentiamo il bisogno di riscattarci. Arrivare da “I fratelli” è arduo, la strada tortuosa, dissestata, pressoché priva di illuminazione, ma vale il viaggio. Ci sediamo sulla terrazza, che domina, all’orizzonte il tramonto sul golfo di Saint-Florent. Attorno a noi famiglie, coppie di turisti. Brindiamo all’avventura, che mai ci passi il desiderio di inseguirla. La luce cala, l’aria si fa più frizzante, così il maglioncino di Edo mi torna utile.

Lui stoicamente in maniche corte. Mi viene il timore all’improvviso di partire senza aver assaggiato pietanze fondamentali della gastronomia locale, così ci sbizzarriamo. La Corsica ci esplode sul palato, autentica, acutissima, come già da dieci giorni colpiva gli occhi, ammirati. Ordiniamo con disinvoltura, con la confidenza che leggiamo nella voce dei còrsi, che siedono nella sala interna. Festeggiano un compleanno e sono felici. Lo siamo anche noi, sebbene tra ventiquattro ore l’unico parapetto al quale potremo affaciarci sarà quello del traghetto verso Genova. Quasi per istinto compero un sacchetto di canestrelli, prodotti in quantità dalla famiglia che gestisce il locale. Ai nonni piaceranno, mi dico, ma in realtà servono a me, per sdebitarmi con la bellezza di questa terra.