“Racconti di cibo” è un’espressione che può significare molto come nulla, ma per me ha un senso preciso, che il pranzo di oggi alla trattoria Trinacria incarna appieno. I nomi dei piatti, musicali in siciliano, sono sottotitolati a beneficio dei profani. Poiché fuori, a dispetto del calendario, la temperatura recita primavera e un antipasto a base di caponatina tiepida mi sembra indicato. La granella di mandorla d’Avola crea con la polpa tenera delle melanzane un ricco gioco di consistenze, cui partecipano sedano e cipolla, orchestrati da capperi e olive. L’agrodolce misurato viene raccolto puntualmente dallo Zibibbo dorato, suggeritomi a proposito.
Squisita la sapidità friabile eppure pastosa della bottarga di ricciola che la mia commensale degusta in abbinamento a una composta casalinga di cipolle di Tropea.
Il connubio fra pesce e frutta si ripropone felicemente nella seconda portata. Accanto alla tartare sopraffina di ricciola e tonno coronata da gamberi rossi di Mazzara compaiono infatti fragole in duplice foggia, intere e in una salsa aromatizzata alla menta fresca. Ciascun crudo incontra il condimento in una modalità sua propria, speciale e mai eccessiva, caratteristiche che riscontro nella personalità aggraziata di Filomena, regina indiscussa della cucina.
Perfino alla ricetta più tradizionale si può instillare nuova linfa con minuti accorgimenti, tenendo a mente-sottolinea- che “I sapori si devono sentire tutti, senza pasticci”. Sciolgo in bocca una pralina di cioccolato di Modica e penso alla donna che, con i suoi sprazzi estrosi quanto segreti, ci ha servito dedizione, esperienza, passione. In una parola, vita.
