Era da qualche tempo che non mi addentravo nei meandri della nostra amata pianura e per ricominciare prediligo una serata anonima, il giorno dopo S. Valentino, benché l’occasione per festeggiare -un compleanno in famiglia- non manchi. “La brughiera” è la didascalia più indicata per il paesaggio circostante, in mezzo al quale si sviluppa la pianta articolata del locale. Sotto gli ampi saloni, è servito l’aperitivo tra le ottocento etichette della cantina, tuttavia la vera sfida è scorrere gli abbinamenti ricercati dalla carta al piano superiore. Grissini, pane e focaccia artigianali, affiancati a olio e aceto balsamico di pregio, rendono la tavola un posto migliore, un salotto dove accoccolarsi in attesa delle portate. Mi lascio consigliare un calice di Cabernet Franc Le Monde del Friuli, rosso leggiadro e profumato. Lo sorseggio fino alla comparsa del carciofo in ogni sua forma: intero e capovolto, modellato in un flan dal soffice tepore, infine a guisa di salsa con punte di limone, prezzemolo e mentuccia. Il fondo di crema al parmigiano conferisce corpo al connubio, mentre una pioggia di bottarga apporta una squisita sapidità marina.
Il confine fra terra e acqua si mostra labile anche nel piatto successivo. Capesante appena scottate sciolgono la propria dolcezza nella crema ai porcini e patate, alternandosi a vele ora di cialda al parmigiano, ora di fois gras tostato. Ogni boccone è strutturato, sferico, eppure mai monotono, grazie a pennellate di frescura, quali si rivelano caviale e fiori eduli, che offrono inoltre una gradevole variazione cromatica. Un ritorno imminente sarà il modo migliore per rendere omaggio a una cucina capace di suscitare piaceri duraturi e sorprendenti.